La modellazione poligonale è un processo primario della computer grafica 3d che ci mette nelle condizioni di poter generare qualsiasi forma avendo un controllo totale sull’intero percorso di generazione, di poter metter mano a modifiche e di poter condurre l’oggetto verso un approssimazione estremamente vicina alla realtà. Possiamo focalizzarci su ogni fase in cui l’oggetto è coinvolto, mettendo mano dove lo si ritenga necessario.
Il texturing è la fase di generazione dello storytelling del nostro modello 3d. Attraverso la creazione di immagini da poter applicare successivamente ai nostri modelli possiamo andare a raccontare la storia che caratterizza il nostro oggetto giustificando le nostre scelte con il texturing permettendoci così di generare un oggetto molto più realistico ed interessante.
Il contesto dello shading è quello che ci permette di avvicinare i nostri modelli 3d alla realtà che ci circonda attraverso la definizione delle proprietà dei materiali. Con la possibilità di manipolazione delle caratteristiche di riflessione, lucentezza, colore e molto altro possiamo avere praticamente una gamma infinita di possibilità che ci permette di poter spaziare dalla semplice illustrazione concettuale al cosiddetto rendering fotorealistico.
Con il termine rigging andiamo a definire tutto quel processo di generazione di controlli che poi ci permetteranno di animare e quindi dar vita al nostro personaggio, alla nostra creatura, al nostro veicolo, o al nostro oggetto in generale. Il rigging rappresenta forse la fase meno creativa di tutta l’intera pipeline di generazione di uno shot ma certamente non la meno importante.
L’animazione è il processo per il quale i nostri oggetti prendono effettivamente vita. Non esiste nessuno shot, vodeo o altro che possa chiamarsi tale senza che in scena non sia presente un personaggio, una creatura, un veicolo, o qualsiasi altra cosa che si muova. Attraverso l’animazione andiamo letteralmente a raccontare una storia, una esperienza o un evento.
Che si tratti di un personaggio, di un prodotto o di un intero enviroment la parola chiave rimane una: valorizzare. Senza un adeguato setting dell’illuminazione i nostri elementi di scena sono appaiono cupi, spenti, privi di emozioni. Partendo da un concept studiato nei minimi dettagli, il lighting tende a mettere in risalto tutto quello fatto nelle fasi precedenti e la nostra scena tende a prendere un aspetto decisamente più emozionante ed accattivante.
Questo termine potrebbe essere confuso con quello che server per indicare l’intero mondo dei visual effects. Quando parliamo di VFX specifico ci riferiamo a tutte quelle tecniche visive e non che ci aiutano nella simulazione di tutto ciò che è veramente di effetto come fuoco, fumo, esplosioni, liquidi, distruzioni, effetti energetici e molto altro.
Un’immagine o sequenza di immagini si intendono renderizzate quando “escono” da un software 3d sotto forma di file immagini. Attorno a questa fase ruota tutto quello che ha a che fare con il setting di qualità dell’illuminazione globale della scena. Durante questo processo viene bilanciato l’eterno dilemma tra tempi di rendering e qualità finale che si intende raggiungere.
E’ la fase finale della pipeline degli effetti visivi, il punto nel quale vengono messi insieme tutti gli shot per poi andare a compositare il nostro output finale. Durante il compositing vengono principalmente presi in considerazione interventi di colo correction e di integrazione tra scene girate dal vivo e scene ricostruite in computer grafica tramite il supporto di tecniche come il green screen e il motion tracking.